Dall’alba dei tempi, la cura dei malesseri dell’uomo è stata basata sull’impiego di essenze naturali quali piante, funghi o animali o loro estratti dei quali era nota una qualche associazione tra uso ed effetto.
La figura medioevale dello speziale, che preparava i “medicamenti”, si è evoluta fino al moderno farmacista. Quest’ultimo prende piede con l’avvento della chimica farmaceutica intorno agli anni ‘30 del secolo scorso “imitando” i composti di origine naturale. I “farmaci naturali o fitoterapici” che derivano dalle piante hanno caratteristiche peculiari, tra cui una composizione non stabile, chiamata “fitocomplesso”, che è molto complessa, cioè include moltissimi composti (anche qualche centinaio), i quali presentano un’attività diversificata in termini di target ed esigenze minime di concentrazione dovute a sinergismo.
La fitoterapia è una disciplina che prevede l’utilizzo di piante o loro derivati per la cura di patologie acute o croniche. Le specie vegetali utilizzate vengono comunemente chiamate piante officinali (piante medicinali e aromatiche, in inglese Medicinal and Aromatic Plants, o MAPs). Le parti utilizzate, come accennato, possono essere frazioni botaniche della stessa pianta (es. foglie, radici, fiori), l’intera pianta o un estratto della stessa, come gli oli essenziali o gli estratti idrosolubili.
I fitoterapici vengono indicati come “farmaci vegetali tradizionali e alcuni di essi possono essere collocati anche tra gli integratori alimentari con riferimenti normativi differenti da quelli dei farmaci.
Il fitoterapico viene spesso ASSOCIATO ERRONEAMENTE a qualcosa di “alternativo”, “diverso”, “più naturale” e “sicuramente non dannoso” (sensu latu, senza dare una vera definizione di “danno”) rispetto a un farmaco propriamente detto, il che incrementa il rischio di un suo uso non oculato e guidato da uno specialista in fitoterapia.
Contrariamente alla percezione di molti, il fitoterapico non è un prodotto “non funzionante”, ma è semplicemente un prodotto che può non funzionare allo stesso modo, con la stessa intensità o frequenza rispetto a un farmaco con pari obiettivo, ma che al contrario potrebbe anche funzionare di più e meglio.
C’è inoltre da precisare che il fitoterapico in molte situazioni potrebbe (o dovrebbe) essere associato ai farmaci tradizionali stessi per potenziarne o completarne l’effetto.
Dal 2012 mi sono appassionata a questo mondo e ho approfondito le mie conoscenze con un corso di perfezionamento durato tre anni all’Università LA TUSCIA di Viterbo che mi ha dato modo di mettere a disposizione anche dei percorsi nutrizionali questa mia conoscenza approfondita delle piante officinali e degli integratori che le contengono.